Quando si andava al ristorante: tra muffa e kebap vegetariano, il mio incredibile pranzo da Noma, allora il ristorante n° 2 al mondo
COPENAGHEN, DANIMARCA — Avvicinandosi al Noma, forse il ristorante più famoso al mondo, non si può non provare le leggera trepidazione tipica di ogni viaggio verso un’esperienza culinaria di alto livello. I ristoranti eleganti intimidiscono per natura — cari, frequentati da persone ricche e di successo e, spesso, personale altezzoso. Noma, un ristorante che si vanta di sfidare quasi tutte le convenzioni, non corrisponde a questo stereotipo, e lo dice fin da subito. Invece di venire accolti da un maître distaccato con baffi impomatati e capelli immacolati, il primo contatto dei clienti nel ristorante è con un immigrato gambiano sessantatreenne di nome Ali Sonko e con il suo sorriso contagioso. Sonko, una presenza fissa del Noma da quando ha aperto quasi 15 ani fa, ha iniziato come lavapiatti e, fatta la sua gavetta e carriera, ne detiene ora una quota del 10%. Votato quattro volte miglior ristorante al mondo nella stimata, ma spesso controversa lista World's 50 Best, Noma è l’unione
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