Cantine in lockdown e prodotti senza mercato. Che ne sarà del vino Made in Italy?

In Italia si beve per dimenticare, ma oltreconfine è “no” al buon vino. Da eccellenza tipicamente italiana a prodotto di fascia bassa, cresce il consumo di vino sulle nostre tavole, ne va però della qualità all’estero. Lo sanno bene le piccole e medie aziende vinicole che scontano il prezzo della pandemia, con zero movida, stop alla ristorazione, niente fiere di settore e una produzione invenduta nelle cantine. Pur di liberarle allora, si vende vino a prezzi stracciati, sacrificando il valore del Made in Italy. Anche se scontato sugli scaffali dei supermercati, la svalutazione del vino la pagano però gli italiani. Il canale HoReCa, veicolo principale per la commercializzazione dei vini, dimostra le grandi difficoltà dei nostri prodotti. “Il vino, i liquori, i distillati sono collegati alla socializzazione, alla convivialità nonché alla scoperta dei territori, ora preclusa per il blocco degli spostamenti”, racconta Federvini. Con la pandemia in atto e la mobilità azzerata dei

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