Il Brasile delle favelas sprofonda nella pandemia mentre Bolsonaro manifesta contro la democrazia (e la quarantena)
“Il mondo intero è unito contro il coronavirus. In Brasile dobbiamo lottare contro il corona e contro il virus dell’autoritarismo”. Le parole sono di Rodrigo Maia, presidente della Camera dei Deputati, al quinto mandato come membro del Congresso, e al di là del loro significato politico, aiutano a mettere a fuoco la fotografia di un Paese come il Brasile in cui il coronavirus sta lasciando un segno che rischia di essere indelebile. L’attacco di Maia è diretto Jair Bolsonaro che, dopo aver “licenziato” il Ministro della Salute, Luis Henrique Mandetta, e averlo sostituito con Nelson Tech, medico e imprenditore che si è subito dimostrato più allineato alle teorie del Presidente della Repubblica, è di nuovo sceso in piazza a Brasilia prendendo parte a una manifestazione di persone che chiedevano a gran voce un nuovo intervento militare nel Paese, inneggiando contro la democrazia e esponendo cartelli “nostalgici” che ricordavano gli anni della dittatura militare (con
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