Così l’università ha salvato una generazione smarrita in una città in lutto
A Bergamo il rettore non ha abbandonato i suoi ragazzi. Lettere, telefonate, una vicinanza continua durante il lockdown nell’Ateneo di uno dei centri più colpiti dal virus. «Gli studenti mi facevano confidenze, e il loro grido di dolore era: restatemi vicino. Siamo stati più uniti nella distanza e chi non lo ha capito presto perderà il proprio ruolo» )
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