Le trappole dell’economia della nostalgia, che rischia di farsi sentire ancora di più in tempi di coronavirus

La pandemia del coronavirus, che costringe in quarantena gran parte delle persone, fa convergere i riflettori sull'economia della nostalgia, che già andava parecchio di moda prima del coronavirus. Di cosa si tratta lo spiega Anna Zinola, docente di psicologia del marketing all’università di Pavia, nel libro “La rivoluzione nel carrello” (edito da Guerini Next e goWare): “Economia della nostalgia, marketing del vintage, retro-marketing. Le definizioni sono tanta ma il concetto è lo stesso: puntare sul passato per meglio vendere al presente”. Così, “c’è chi ripropone vecchi prodotti, ovviamente perfezionati e adattati all’epoca contemporanea, c’è chi 'riesuma' personaggi che sono stati famosi e poi sono caduti nel dimenticatoio e chi concentra l’attenzione su pratiche sociali o momenti generazionalmente decisivi”. L'ad di Moncler Remo Ruffini con i fashion designer Veronica Leoni, Simone Rocha, Craig Green, Matthew M. Williams, Hiroshi Fujiwara e Francesco Ragazzi durante una sfilata

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