La quarantena coatta dei carcerati: sospesi visite, permessi, semilibertà, lavori all’esterno. E il numero dei detenuti esplode

Una rivolta in un carcere è un evento che in Italia non si vedeva da una buona trentina d’anni. Oggi è accaduto a Salerno-Fuormi, dove un centinaio di detenuti ha danneggiato il primo piano della struttura e poi è salita sul tetto. A far scattare le proteste, l’annunciata sospensione dei colloqui per l’allerta Coronavirus. E, secondo il sindacato degli agenti penitenziari Uspp “Proteste, per fortuna subito rientrate, come quelle in atto nel carcere di Salerno, si sono registrate anche nell'istituto penitenziario di Carinola e nel carcere napoletano di Poggioreale”. Sì, perché l’universo carcerario italiano sta per esplodere a causa delle pesanti restrizioni imposte per contenere il Coronavirus ed evitare che deflagri negli istituti carcerari italiani. «Per adesso la situazione è sotto controllo, ma se dovesse verificarsi un primo caso di positività conclamata al Coronavirus, non so come reagirebbero i detenuti». A parlare, chiedendo l’anonimato, è un operatore di una delle tre carceri

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